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VISITE A SANT' ONOFBIO 413 Constantini, sa dernière lettre ; chrétien et immortel adieu, dont voici le texte dans toute sa pureté : AU' amico Antonio Constantini, Torquato Tasso. « Che dira il mio signore Antonio, quando udrà la morte del suo Tasso? E per mio avviso non tardera molto la no- vella, perché io mi sento al fine délie mia vita, non essen- dosi potuto trovar mai rimedio a questa fastidiosa indis- posizione sopravvenuta aile altre mie solite, quasi rapido torrente, dal quale, senza potere avère alcun ritegno, vede chiaramente esser rapito. Non è più tempo, ch'io parli délia mia ostinata fortuna, per non dire ingratitudine del Mondo, la quale ha pur voluto aver la vittoria di condurmi alla sepoltura mendico, quando io pensava, che quella gloria, che malgrado di chi non vuole, avrà queslo secolo da' miei scritti, non fosse per lasciarmi in alcun modo senza guiderdone. Mi sono fatto condurre in questo monastero di S.' Onofrio, non solo perché l'aria è lodata da' médici più d'alcun altra parte di Roma, ma quasi per cominciare da questo luogo eminente, e colla conversazione di questi divoti Padri la mia conversazione in cielo. Pregate Iddio per me, e siate sicuro, che siccome vi ho amato ed ono- rato nella présente vita, cosi l'arô per voi nelF altra più vèra, ciô che alla non finta, ma vera carità s'appartiene ; ed alla divina grazia raccomando voi e me stesso. » Des copies imprimées de cette lettre furent distribuées avec profusion au peuple romain le jour où la chambre du Tasse lui fut ouverte, immédiatement après sa restauration, et elle mérite d'être connue dans tous les pays où le nom du chantre des croisades a pénétré. Quelle résignation ! quelle sereine douceur ! quelle suavité ! Torquato jette à peine un regard a cette gloire qui serait la plus belle chose au monde si le ciel n'existait pas, et dont les rayons tardifs passant rapides devant ses yeux, semblent l'aube de l'avenir prête à se lever 8